Densitometria

Densitometria ossea

Esame densitometria ossea Casa di Cura RSA Villa Grazia

L’esame densitometria ossea è una tecnica diagnostica . Permette di valutare la densità minerale delle ossa, risultando particolarmente utile nella diagnosi e nel monitoraggio dell’osteoporosi.

Questa malattia dello scheletro si caratterizza per la riduzione del contenuto minerale delle ossa e per il deterioramento della microstruttura che le caratterizza; come tale, espone i pazienti ad un importante rischio di subire fratture anche per traumi di lieve entità. In generale, tale rischio è tanto maggiore quanto minore è la massa ossea; per questo motivo la densitometria è attualmente considerata il gold-standard per la diagnosi strumentale di osteoporosi ed un importante “predittore” del rischio di frattura.

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L’esame densitometria ossea utilizza una piccolissima dose di raggi X per stabilire quanti grammi di calcio ed altri minerali sono presenti nel segmento osseo esaminato; le dosi di radiazioni sono talmente basse che anche la frequente ripetizione dell’esame non rappresenta alcun pericolo per la salute del paziente.

Strumenti disponibili per la densitometria a Villa Grazia San Carlo Canavese zona Cirié

Fra i differenti tipi di strumentazione disponibili per un esame densitometria ossea , la DEXA è attualmente la più utilizzata. Il tempo necessario per l’indagine è di circa 10 minuti, non è in alcun modo dolorosa e non c’è bisogno di particolari preparazioni dietetiche o farmacologiche. Al termine dell’esame il paziente può quindi riprendere normalmente le comuni occupazioni. L’unica accortezza è di rimandare di qualche giorno la densitometria in caso di recente sottoposizione ad un esame scintigrafico o radiologico con mezzo di contrasto baritato (la valutazione in merito è di competenza dello specialista in medicina nucleare). Prima dell’esame, inoltre, andranno rimosse dal campo di esplorazione parti metalliche come monete, fibie, orologi, braccialetti e simili.

Parti del corpo esaminate della densitometria ossea

esame densitometria ossea

I segmenti scheletrici studiati con l’esame densitometria ossea variano in relazione alle caratteristiche del paziente; in generale viene valutato il tratto lombare della spina dorsale nelle donne più giovani (< 65 anni) e del collo del femore in quelle più anziane e/o con patologie del rachide. A volte, l’esame può essere condotto su entrambi i segmenti o a livello del radio (avambraccio).

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La densitometria ossea facendo un esame permette di scoprire se una persona è affetta da osteoporosi e stabilirne il livello di gravità; può inoltre quantificare il rischio futuro di sviluppare la patologia ed aiuta a valutare l’efficacia delle terapie intraprese.

Indicazioni: chi deve sottoporsi a un esame densitometria ossea?
L’indagine con un esame densitometria ossea è particolarmente indicata in presenza di importanti fattori di rischio per l’osteoporosi, che si concretizzano nelle seguenti condizioni cliniche:

donne di età > 65 anni e in menopausa da almeno un decennio (alcune linee guida consigliano l’esame densitometria ossea anche agli uomini con più di 70 anni);

menopausa precoce (< 45 anni);

menopausa chirurgica (asportazione delle ovaie durante il periodo fertile);

Motivi per eseguire un esame densitometria ossea

Varie cause di carenza estrogenica (ipogonadismo primario o amenorrea secondaria che dura da più di un anno).

Fattori costituzionali che predispongono all’osteoporosi (donne in pre e post-menopausa con indice di massa corporea <19 Kg/m², longilinee, sedentarie con massa muscolare ridotta).

importanti carenze alimentari (inadeguata assunzione di calcio e vitamina D);

sintomi che suggeriscono la presenza di osteoporosi: diminuzione di statura superiore a 3 cm, incurvatura della colonna vertebrale o frattura causata da un lieve incidente;

recente o futura sottoposizione a prolungati trattamenti con cortisonici a dosi elevate o di altri farmaci osteopenizzanti (ad esempio antiepilettici, metotrexate, terapie immunosoppressive dopo trapianto d’organo);

precedenti fratture non dovute a traumi di rilievo;

Prevenzione con un esame densitometria ossea

Malattie che favoriscono la demineralizzazione ossea (ipercortisolismo – sindrome di Cushing, ipertiroidismo, insufficienza renale, iperparatiroidismo).

Familiarità fortemente positiva per osteoporosi.

Più di 20 sigarette al giorno, abuso di alcool.

In presenza di uno o più di questi fattori di rischio è importante rivolgersi al proprio medico per valutare l’opportunità di sottoporsi o meno ad un esame densitometria ossea.

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I risultati dell’esame
La diagnosi di osteoporosi si basa sul raffronto del risultato densitometrico con

quello medio di soggetti adulti sani dello stesso sesso e di età pari a 25-30 anni (quindi esaminati nel momento in cui raggiungono il picco di massa ossea – T-score);

e /o quello medio di soggetti di pari età e sesso (Z-score).

Esame densitometria ossea e diagnostica

esame densitometria ossea

La densitometria ossea è un esame che permette di diagnosticare l’osteoporosi e l’osteopenia tramite una valutazione di tipo quantitativo della densità minerale delle ossa. Conosciuta con il termine di MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). L’esame viene generalmente eseguito tramite la tecnica DEXA, ovvero a doppio raggio X, e consente di ottenere i valori della BMC (massa ossea) e della BMD (densità minerale ossea – sali di calcio), i quali vengono interpretati con l’indice T-score.

Secondo l’OMS, la diagnosi di osteoporosi va effettuata, limitatamente alla tecnica DEXA, considerando i valori densitometrici, espressi in T-score secondo il seguente schema:

  • T-SCORE SALUTE OSSEA
  • NORMALE
  • OSTEOPENIA
  • OSTEOPOROSI
  • con frattura OSTEOPOROSI SEVERA

NOTA: un T-score uguale a 0 indica che il soggetto esaminato presenta una densità ossea uguale a quella media delle persone giovani; un T-score pari o superiore a -1 viene comunque considerato normale. In presenza di un un T-score compreso tra -1 e -2,5 il soggetto presenta una densità ossea ridotta, non così grave da parlare di osteoporosi ma comunque sufficiente per indurlo ad impostare, insieme al proprio medico, un trattamento efficace per impedire un ulteriore demineralizzazione ossea. Infine, un T-score pari o inferiore a -2,5 indica la presenza di osteoporosi e la necessità di cure mediche appropriate; una volta intrapreso il trattamento, il medico può valutarne l’efficacia sottoponendo il paziente a densitometrie ossee periodiche.